Recuperare dati personali dai social come Facebook
Sembra proprio che in questo ultimo anno la bufera che ha investito Facebook, e il trattamento dei dati personali all’interno della piattaforma, non voglia proprio saperne di trovare fine.
Se da una parte ci siamo sempre sentiti sicuri dal punto di vista privacy con Facebook (a questo punto viene da domandarsi se ci siamo sentiti giustificatamente sicuri fino ad oggi?!) dall’altra parte stiamo assistendo a vere e proprie rivelazioni che rovesciano un pò quello che abbiamo creduto sino ad ora, tanto che la nostra fiducia verso il trattamento che Facebook fa dei nostri dati personali sta decisamente vacillando. Tantissimi sono infatti gli utenti che hanno seriamente preso le distanze dal celeberrimo social.
L’ultima di questi giorni è stata scatenata da un articolo comparso sul New York Times, che ha reinserito a pieno regime Facebook e Mark Zuckerberg al centro della polemica.
Con un argomento attualissimo che riguarda sempre il trattamento dei dati personali, l’inchiesta accusa Facebook di aver preso accordi con i maggiori produttori di smartphone per un presunto utilizzo illecito dei dati personali dei propri clienti.
Secondo l’articolo pubblicato, il social network più famoso del mondo avrebbe permesso l’accesso ai dati personali di milioni di utenti da parte di oltre 60 produttori di telefonia (tra cui Amazon, Blackberry, Apple e molte altre).
La risposta di Facebook è stata secca e concisa smentendo ogni accusa.
Facebook aveva firmato accordi di riservatezza con ognuna di queste aziende, e non vi sono tracce evidenti di violazione.
Il social network sostiene che i produttori non avrebbero potuto accedere ai contenuti social dei propri clienti e dei loro amici senza però avere autorizzazione esplicita da parte di Facebook.
I nostri dati sono davvero così protetti? E’ vero che qualsiasi contenuto che pubblichiamo e scegliamo di condividere con i nostri amici virtuali rispetta i parametri di sicurezza da noi definiti in fase di creazione del profilo? Sui social come Facebook, dal loro avvento e diffusione, se ne sono sentite di ogni genere.
La realtà è che ogni contenuto che passa per il web, per la rete, non sarà mai davvero privato.
E’ noto come infatti in ambiente di recupero dati ad esempio, o in ambienti ufficiali come quelli di indagini con periti forensi o informatici, nulla è davvero privato.
Tutto può essere analizzato, estratto e lavorato con le strumentazioni più all’avanguardia per assicurarne non solo l’accesso, ma l’utilizzo nelle sedi opportune.
App social come Facebook, WhatsApp o Messenger sono straricche di contenuti personali e non, tanto da permettere di tracciare in maniera minuziosa (almeno dal punto di vista virtuale) l’identità di una persona.
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